Torta "La Preferita"
Trofiette di castagne con salsa di noci
Il Montebore
La crostatina di cipolle bionde di Castelnuovo Scrivia
Fagottini di grano saraceno con ripieno di Montebore e prosciutto
Tiramisù di fichi al Moscato d'Asti e nocciola tonda gentile IGP
Caseificio terre del Giarolo
Consorzio Formaggio Montebore
Cooperativa Volpedo Frutta
Ciliegie di Garbagna
Frutta sciroppata e confetture
Carne allevata ad erba
Latte brusco alla genovese
Consorzio carne all'erba
Carne allevata all'erba 2
Albicocca di Volpedo
Pesca di Volpedo
Dolce alla pesca
Zootecnia sostenibile
Cipolla di Breme
Formaggi a latte crudo, pasta cruda
Zafferano Montebore
Un prodotto prezioso che qui a Montebore, frazione del Comune di Dernice, è diventato davvero un’eccellenza locale.
Lo zafferano di Montebore viene raccolto tra ottobre e novembre, i fiori vengono colti a mano al mattino presto mentre sono ancora chiusi. I pistilli vengono delicatamente separati manualmente ed essiccati attraverso appositi macchinari professionali controllandone il peso e l’umidità residua.
Il progetto “Zafferano Montebore” nasce dall’iniziativa di tre ragazzi che nel 2016 hanno deciso di intraprendere questa nuova avventura insieme. I terreni sui cui è iniziata la coltivazione si trovano nel Comune di Dernice, una bellissima zona collinare in provincia di Alessandria. La loro esposizione al sole e il fatto che fossero rimasti incolti da parecchi anni li ha resi una base di partenza ottimale per questa coltivazione.
Non resta che gustare questa spezia in uno dei piatti del territorio.
Carne Bovina all’Erba del Giarolo, Panà, Ebro
La Carne all’Erba del Giarolo-Panà-Ebro è il prodotto di una zootecnia armoniosamente integrata tra il mantenimento dell’allevamento e le risorse naturali della terra, vitelli nati e cresciuti nel Territorio e allevati esclusivamente al pascolo e con alimenti locali: l’intera filiera è favorita inoltre dalle tipiche condizioni climatiche dell’area, che permettono di ottenere esclusivi parametri qualitativi e inimitabili caratteristiche organolettiche.
La tenerezza, il colore ed il sapore della Carne all’Erba sono indici sicuri per il consumatore che intende seguire un’alimentazione naturale e ad alto valore nutritivo: la carne è tenera e magra e presenta un un basso livello di colesterolo, essendo ricca di proteine ad alto valore biologico, di vitamine e di sali minerali.
Ciliegia di Garbagna
Il rubino del Borgo: la “Bella di Garbagna”.
Garbagna, piccolo borgo della val Grue, è conosciuto per le sue ciliegie. Si coltivano le pistoiesi, le grisone (più tardive) ma soprattutto la “Bella” dalla storia quasi secolare: un durone di un colore rosso brillante molto croccante.
Adatta per la conservazione sotto spirito, dove mantiene consistenza e sapore, ideale anche per la produzione di liquori e ottima sotto forma di confettura.
La “Bella di Garbagna” è presidio Slow Food.
Pesca di Volpedo
Le Pesche di Volpedo, un’opera d’arte della natura.
Dai terreni argillosi e freschi di Volpedo e zone limitrofe nasce un prodotto la cui fama ha già da tempo varcato i confini regionali: la pesca di Volpedo.
La sua unicità sta nell’essere raccolta matura ancora sulla pianta cosi da conservare intatto il profumo intenso e delicato sprigionato da una polpa compatta e gustosa.
Salame Nobile del Giarolo
Frutto di una tradizione antica di un territorio compreso tra le valli Curone, Ossona, Borbera e Spinti.
Insaccato in un budello naturale di maiale, caratterizzato da un impasto a grana grossa di carne suina pregiata, nobile in quanto si utilizzano solo le parti nobili del maiale, in un giusto equilibrio tra parti grasse e magre, lavorata con sale e pepe in grani ed aromatizzato con un tipico infuso di aglio e vino rosso. Legato con spago a maglia fine dalle mani sapienti d’artigiani e fatto stagionare in ambienti adeguatamente areati, per periodi che possono variare dai quattro ai diciotto mesi in relazione alle pezzatura. Quando sulla “pelle“ si formerà la caratteristica muffa bianca, il salame avrà raggiunto la perfetta maturazione.
Profumato e di sapore intenso ma non aggressivo, si distingue per la sua morbidezza.
Il Consorzio di Tutela del “Salame Mobile del Giarolo” nasce con l’obbiettivo di diffondere e valorizzare la qualità e l’unicità di questo prodotto dalla tradizione antica
La Mollana della Val Borbera – la rosa bianca della Valle
La storia della Mollana della valle ha radici antiche e la sua preparazione si tramanda di generazione in generazione. E’ prodotta con latte vaccino intero a pasta morbida e la sua forma è cilindrica. Il suo nome ”Mollana” deriva della consistenza morbida e cedevole della pasta che si presenta di un bianco crema delicato come una rosa di maggio. Il profumo ed il sapore del prodotto, se giovane, ricordano il latte fresco mentre se più stagionato la formaggella ha sentori più pronunciati.
Il mais “ottofile” – il sapore di una volta
L’ Ottofile è un antica varietà di mais coltivata fino allla metà del secolo scorso sia in pianura che nelle colline del tortonese, presente in ogni famiglia contadina soprattutto per l’autoconsumo. La sua coltivazione viene abbandonata dopo la seconda guerra mondiale per una varietà meno pregiata ma di maggior resa produttiva.
La pianta di mais ottofile , una sola pannocchia con otto fili di chicchi, viene coltivata con metodi naturali, senza trattamenti ed i criteri di lavorazione sono quelli di un tempo: una volta raccolto il mais viene essiccato al sole e macinato a pietra conservando, cosi, al meglio i profumi ed i sapori del “gusto di una volta”.
Fragola di Tortona
La Fragola Profumata di Tortona è un ecotipo locale, coltivata principalmente nei comuni di Viguzzolo e Volpedo. Il frutto ha forma tondeggiante ed una pezzatura morbida, il suo colore è rosso scuro e polpa tendente al bianco, succosa e fragrante, leggermente venata di rosso. La sua caratteristica di maggior pregio è il profumo, intenso con un penetrante aroma di moscato e dal sapore piacevolmente dolce e fresco.
Presidio Slow Food dal 2000, mentre nel 2003 è stato costituito il Consorzio per la valorizzazione
Patata Quarantina
Diffusasi nell‘Appennino Ligure e nella Valle Borbera (l’habitat ideale di questo tubero è al di sopra dei 400-500 m) a partire dal Settecento, per lungo tempo insieme alle castagne ha costituito l’alimento principale delle popolazioni di queste vallate .
E’ una varietà di patata dalla forma irregolare, buccia liscia e dal colore crema chiaro, dalla pasta non farinosa e dal sapore particolarmente intenso che par descrivere la ruvidità genuina delle terre ove è coltivata.
Mela Carla
La mela Carla, varietà di frutto diffuso prevalentemente nella val Borbera, dal colore giallo con macchie rosse, profumatissima e croccante con polpa bianca finissima.
La produzione è limitata, viene raccolta a settembre e si conserva fino in primavera.
Fagiolana della Val Borbera – la perla bianca della Valle
Le valli Borbera e Spinti sono terre d’elezione di un’antica coltura di montagna la, fagiolana bianca.
Dal fagiolo bianco di Spagna, importato dagli Spinola nel ‘500, questa varietà, dal colore bianco avorio più o meno lucente, viene ancora coltivata con il sistema delle “tarasse” (bastoni legati a coppie).
Il seme, dalla buccia sottile e delicata, può avere diversa forma: allungata, reniforme e piatta, tondeggiante ed appiattita o tondeggiante e piena.
Il Montébore, la storia in un formaggio antico
Si racconta che nell’anno 1489 a Tortona si celebrarono le nozze tra Isabella d’ Aragona e Gian Galeazzo Sforza, nipote di Ludovico il Moro. Cerimoniere Leonardo da Vinci, la cui fama come attento gastronomo è meno conosciuta, che inserì il Montébore tra le portate di quel nobile convivio.
Oggi come allora Montébore è una frazione di Dernice, paesino che grazie alla sua posizione strategica, situato sullo spartiacque tra le valli del Grue e del Borbera, compariva nelle cronache già dal 869.
Il territorio circostante ricco di boschi, acque sorgive e gole, percorso da antiche strade fanno di quest’angolo del tortonese un gioiello di natura ancora selvaggia ed incontaminata dallo scorrere veloce dei nostri giorni.
La fama del luogo è legata appunto ad una formaggetta di pasta fresca, preparata con latte crudo per il 70% vaccino e per il restante 30% ovino proveniente da razze presenti sul territorio, dalla caratteristica forma a “castellino”, un tronco di cono costruito dalla sovrapposizione di 3/5 formelle di diametri e pesi diversi disposti in ordine decrescente cosi da dare forma di un castello, ispirata forse all’antica torre diroccata del castello di Montébore.
Questo formaggio” antico” racchiude il sapore del fieno e del vento di questa terra.